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Viaggio a Odessa, tra i segni della guerra accanto ai bambini che giocano

VeneziaViaggio a Odessa, tra i segni della guerra accanto ai bambini che giocano

ROMA – I bambini si riconcorrono sotto il piedistallo di Michail Semënovic Vorontsov, che fu governatore generale della Nuova Russia conquistata dagli zar nel Settecento, vale a dire un territorio che oggi è Ucraina ed è in guerra contro la Russia. Non se ne vedono subito i segni, di questa guerra. Ciuffi biondi svolazzano sulle altalene e altre trecce si arrampicano sui castelli di legno di un parco giochi. È pomeriggio e a Odessa, in riva al mar Nero, il cielo ancora azzurro s’intona con il verde acqua dei palazzi art nouveau.

Siamo a Soborna Ploschad, la piazza della cattedrale, nel centro storico. Ed eccoli i segni della guerra, proprio lì, accanto al parco. Alla cattedrale della Trasfigurazione, la più grande di quella che un tempo fu la Nuova Russia, la provincia a nord del mar Nero sottratta dagli zar ai khan di Crimea, manca un pezzo.

odessa ucraina

Una parte del tetto è venuta giù, colpita da un bombardamento il 23 luglio scorso: al suo posto, oltre le transenne che bloccano l’accesso, c’è una voragine nera. L’edificio fu ultimato a inizio Ottocento in stile neoclassico, con un campanile disegnato dall’architetto italiano Francesco Frapolli.

Al suo interno, tra i marmi policromi, riposa il governatore generale Vorontsov. La notizia, della settimana scorsa, è che l’Italia si è impegnata ad avviare la ricostruzione della cattedrale. Un accordo sottoscritto con l’Unesco per un contributo di un valore di 500mila euro dovrebbe permettere la realizzazione di una prima copertura del tetto.

In occasione della firma dell’intesa ne ha parlato proprio qui l’inviato speciale del ministero degli Esteri italiano per la ricostruzione dell’Ucraina, Davide La Cecilia. “Sulla base di una proposta della Triennale di Milano e del Museo Maxxi di Roma”, ha detto, “il nostro progetto nasce dalla volontà di coinvolgere creativi e progettisti, istituzioni culturali internazionali, aziende e soggetti economici italiani per una rigenerazione urbanistica e architettonica delle città ucraine, a partire da Odessa di cui abbiamo assunto il patronato, in una logica di trasformazione verde, digitale e sostenibile”.

Nelle vie accanto alla cattedrale cerchiamo altri segni della guerra. Incontriamo però chi passeggia e si trattiene ai tavolini dei bar anche quando fa sera, prima del coprifuoco notturno. “La guerra ognuno la vive a modo suo, e pure i bombardamenti” dice Igor Namynach, un signore che con l’offensiva russa avviata il 24 febbraio 2022 si è reinventato tassista facendo la spola tra l’Ucraina e la Moldavia. “Qualche mese fa ho compiuto 61 anni e ho tirato un sospiro di sollievo: ho superato i limiti di età e non posso più essere reclutato per combattere e mandato al fronte“. La tesi di Igor è che la guerra sia anche una questione psicologica. “Io la notte non ho paura” ci guarda accennando un sorriso: “Dormo anche quando suonano le sirene d’allarme”.

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