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Strade bloccate e cortei, Israele invoca il ritorno degli ostaggi

MondoStrade bloccate e cortei, Israele invoca il ritorno degli ostaggi

Foto da Anne Rethmann / X

ROMA – Migliaia di cittadini in Israele, con bandiere e striscioni, stanno manifestando per chiedere al governo di negoziare un accordo che consenta il ritorno a casa in sicurezza degli ostaggi israeliani catturati negli assalti dei commando di Hamas del 7 ottobre. Come riferiscono le principali testate israeliane, i manifestanti hanno aderito allo sciopero generale organizzato dalla Federazione del lavoro Histadrut e dalle famiglie delle persone sequestrate, che sta tenendo paralizzata l’economia con negozi e attività ferme da ore. A centinaia hanno anche bloccato le strade, in particolare l’autostrada Namir verso Tel Aviv nord: mostrando cartelli con le foto dei loro cari, i familiari degli ostaggi si sono presi un momento per leggere ad alta voce i nomi delle 101 persone ancora imprigionate nella Striscia di Gaza. Circa un migliaio di persone hanno aderito. Alcune si sono anche sdraiate sulle due carreggiate, consentendo il passaggio solo di mezzi di soccorso e ambulanze. Dopodiché il corteo ha ripreso la marcia per unirisi ai manifestanti a Begin Street, tra le principali arterie della città.

I dimostranti hanno inoltre interrotto l’operatività dell’aeroporto ‘Ben Gurion’ di Tel Aviv: come riporta la testata Ynet, sono stati bloccati tutti i voli in partenza, ad eccezione di sette con destinazione Stati Uniti.
Intanto il presidente del sindacato Histadrut, Arnon Bar-David, ha fatto sapere che lo sciopero generale terminerà questa sera alle 18, invece che alle 6 di domattina, come precedentemente annunciato.

A incoraggiare l’iniziativa, è stato ieri il leader dell’opposizione Yair Lapid in un video condiviso sulla piattaforma X in cui ha dichiarato: “Erano vivi! Netanyahu e il suo governo di morte hanno scelto di non salvare gli ostaggi”, in riferimento ai sei corpi senza vita rinvenuti, e della cui morte è stato accusato Hamas. Ieri inoltre un funzionario di governo citato dal quotidiano Haaretz ha detto che il premier sarebbe stato a conoscenza del fatto che gli ostaggi “erano vivi e che sarebbero stati uccisi se avessero tentato di salvarli”.

Lapid ha quindi lanciato un appello allo sciopero generale: “Chiedo al sindacato Histadrut Labor, al mondo dell’imprenditoria e alle autorità locali di bloccare l’economia”.

LE REAZIONI ALLO SCIOPERO E LA CONTRO-MANIFESTAZIONE

Le reazioni allo sciopero nazionale non si stanno facendo attendere: come riportano ancora i media di Tel Aviv, una contro-manifestazione è stata inscenata da Gvura Forum (Forum dell’eroismo), un movimento di destra formato da famiglie che hanno perso un loro parente nel conflitto. Riunite davanti all’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, hanno denunciato l’iniziativa di Histadrut sostenendo che “paralizzare l’economia è un premio ad Hamas” e aggiungendo: “Dobbiamo restare uniti contro il terrore e non contro il governo”. Il movimento sostiene l’operazione militare su larga scala condotta nella Striscia di Gaza, che ha già causato oltre 40.500 morti palestinesi secondo l’amministrazione locale, affermando che bisogna “proseguire finché non si raggiunge la vittoria”.

Il deputato della destra estrema Yitzhak Wasserlauf ha inoltre chiesto al ministro della Giustizia Yariv Levin e al presidente del Comitato per la Costituzione, il diritto e la giustizia della Knesset, MK Simcha Rothman, di “modificare la legge israeliana del 2006 sulle iniziative collettive per consentire di citare in giudizio la Federazione del lavoro Histadrut per i danni relativi all’attuale sciopero nazionale”, come scrive il Times of Israel. Wasserlauf ha infatti definito l’iniziativa come “illegale”.

Gruppi di ebrei ultraortodossi stanno invece approfittando della giornata per protestare davanti alla sede dell’esercito a Tel Hashomer per dire “no” all’arruolamento dei loro membri. La necessità di rimpolpare le file dell’esercito ha spinto le autorità a sospendere l’esenzione dalla leva obbligatoria di cui questo gruppo godeva.

Tentativi per negoziare la liberazione degli ostaggi proseguono dall’inizio dell’operazione israeliana nella Striscia su impulso anche di vari Paesi come Stati Uniti, Qatar ed Egitto, ma senza successo. Gli ultimi incontri si sono registrati ad agosto. Voci dall’estero invocano anche il cessate il fuoco per Gaza e la de-escalation in Cisgiordania, dove la scorsa settimana l’esercito israeliano ha lanciato una nuova operazione su vasta scala. La resistenza dei gruppi armati palestinesi fa temere una guerra regionale, che coinvolga anche altri attori, da Hezbollah in Libano fino all’Iran.

GAZA, UNICEF: OLTRE 85MILA BAMBINI VACCINATI CONTRO LA POLIO

Intanto, “ieri a Gaza, più di 85mila bambini sono stati vaccinati contro la polio, grazie al ministero della Salute Palestinese, Unicef, Oms in Palestina, Unrwa e tutti gli operatori dedicati sul campo. Insieme facciamo un passo in più per fermare la diffusione della malattia e salvare le vite dei bambini“. Lo fa sapere la sezione Gaza del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia sul proprio profilo X, all’indomani della prima giornata della campagna di vaccinazione nella Striscia.

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