E’ polemica sull’abolizione della tassa sul money transfer prevista nell’ultima bozza della manovra di bilancio. L’articolo manda in soffitta il tributo dell’1,5% a carico degli istituti di pagamento per ogni transazione di denaro superiore ai 10 euro verso i Paesi extracomunitari, a eccezione delle transazioni commerciali. Una tassa introdotta dal primo governo Conte, fortemente voluta dalla Lega ed entrata in vigore il primo gennaio 2019.
Nell’articolo 185 della manovra si legge che, durante l’istruttoria finalizzata all’adozione dei provvedimenti attuativi del tributo, sono emerse “diverse problematiche che hanno reso difficile l’adozione” del provvedimento. Tra le ‘problematiche’, si legge ancora: l’assenza “di un apparato sanzionatorio ad hoc”,
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