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C’è un francese detenuto nella prigione di Cecilia Sala dal 2022. La madre: “L’Iran lo usa come arma di ricatto”

MondoC’è un francese detenuto nella prigione di Cecilia Sala dal 2022. La madre: “L’Iran lo usa come arma di ricatto”

ROMA – Anche Olivier Grondeau, 33 anni, è rinchiuso nella prigione di Evin, in Iran. Quella in cui ha passato un paio di settimane, accusata di nulla, Cecilia Sala. Solo che Grondeau, un normale viaggiatore francese, è lì dal 12 ottobre del 2022.  Più di due anni. La madre dice che le autorità “sanno che è innocente”, ma non lo liberano.
Grondeau, che di mestiere faceva il poeta-libraio, si trovava in Iran per un tour mondiale. E’ stato arrestato nella sua stanza d’albergo a Shiraz, nel sud dell’Iran, a poche settimane dalle proteste antigovernative di Woman, Life, Freedom che hanno travolto il paese in quei giorni. 
Per due anni, la sua famiglia ha chiesto di tenere il suo caso segreto per non ostacolare gli sforzi diplomatici. Ma quegli sforzi si sono arenati. E la stessa famiglia ha deciso di pubblicare una registrazione audio in cui accusa l’Iran di usarlo per un “ricatto politico” contro la Francia. Insomma: un altro caso Sala.
In un’intervista al Guardian, sua madre, Thérèse Grondeau, dice: “Per settimane dopo il suo arresto non ho avuto idea se mio figlio fosse vivo o morto o se fosse in ospedale. È stato il momento più buio”.
È stato condannato a cinque anni di prigione con l’accusa di “raccolta di informazioni al fine di consegnarle al servizio di spionaggio avversario”. Ha negato categoricamente le accuse e si è dichiarato innocente.
Nel suo messaggio audio trasmesso dalle radio, Grondeau si è rivolto alle autorità francesi e ha affermato che sta “esaurendo le forze”. Ci sono altri detenuti francesi in Iran: l’insegnante Cécile Kohler e il suo compagno, Jacques Paris, arrestati nel maggio 2022 e accusati di aver fomentato proteste sindacali.
Grondeau in una delle lettere dettate, inviate a casa e pubblicate su Le Monde, ha detto di essere stato “rapito” da quattro uomini che lo aspettavano alla porta del suo hotel nella città di Shiraz e messo in una stanza senza finestre. Tra i cittadini stranieri arrestati nello stesso periodo c’era la turista spagnola di 24 anni Ana Baneira, che è stata rilasciata nel febbraio 2023 dopo quattro mesi di detenzione. 
Ha trascorso il primo giorno bendato e ammanettato. La sua famiglia è stata avvisata 10 giorni dopo che il suo telefono era irraggiungibile. Dopo la custodia iniziale della polizia a Shiraz, è stato mandato in custodia a Evin, a Teheran. La sua famiglia ha ricevuto il primo “segno di vita” il 16 novembre 2022, un mese dopo il suo arresto. È stato in grado di fare la prima chiamata alla sua famiglia 72 giorni dopo il suo arresto.
La madre, parlando del caso di Cecilia Sala, ha detto: “Ci sono stati immensi sforzi diplomatici e ogni paese affronta i problemi in modo diverso, quindi non possiamo fare paragoni. Non mi ha toccato e sono molto felice per Cecilia e spero che anche gli altri siano presto liberi”.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

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