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Albania, centri migranti come ambasciate: pronti al battesimo del fuoco

MondoAlbania, centri migranti come ambasciate: pronti al battesimo del fuoco

ROMA – Tra i primi impegni del neo questore di Roma, Roberto Massucci, ci sarà l’incontro con le organizzazioni sindacali di polizia per definire i criteri dei turni che regoleranno il lavoro delle Forze dell’Ordine che saranno impiegate in Albania nell’hotspot di Shengjin e nel Cpr di Gjader.
Questo accadrà non appena i centri saranno agibili: sembrava dovesse essere il Genio a dare il via libera, ma questa ipotesi non è stata confermata.
Dunque, come noto, i centri non sono attivi, non c’è alcun migrante al momento e verosimilmente apriranno a fine ottobre. Da circa due mesi però sono già presenti un centinaio tra poliziotti e carabinieri, qualche finanziere e a regime saranno 500 circa in totale.
Una fonte sul posto, sentita dall’agenzia Dire, parla di una situazione al momento tranquilla. La normativa su tutta l’operazione guidata dal Viminale ha uno status ibrido: “La sicurezza fuori dai centri è di competenza della polizia albanese, mentre all’interno di quella italiana. E’ come fosse territorio italiano: una sorta di ambasciata. Tanto che- spiega la fonte- all’arrivo i poliziotti italiani hanno consegnato l’arma che è stata loro restituita all’interno delle strutture”.

“I turni sono regolari, le forze dell’ordine stanno in una buona struttura e hanno un buon rapporto con la popolazione, unica criticità l’assenza di un medico che qualche giorno fa ha lasciato un po’ scoperti gli agenti con attacchi di dissenteria”. La fonte continua sottolineando che a regime è previsto un dispiegamento di “500 poliziotti e carabinieri con i migranti che lì arriveranno e quello sarà il battesimo del fuoco anche perchè proveranno a fuggire e quando all’esterno saranno soggetti alla legislazione albanese che ha regole diverse dalle nostre. Saranno loro a riportarli nei centri”.
Gli agenti delle forze dell’ordine prenderanno una “cifra forfettaria omnicomprensiva di circa 100 euro, quindi meno delle normali missioni internazionali”.

All’interno di una delle due strutture sarebbe previsto anche un centro detentivo per ricercati sotto mandato di cattura o per chi commette reato: “Sarà gestito dalla penitenziaria, ma a capo di tutto ci sarà un direttore di Polizia e il questore di Roma”.
Carcere, hot spot e Cpr – questi ultimi due per l’accoglienza complessiva di quasi 1000 posti – e 500 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri dentro. E mentre le organizzazioni sindacali in un’estate di fuoco hanno parlato di carenze pesantissime di organico per le nostre carceri (secondo i dati riportati nelle schede del Ministero al 2024 manca il 16% delle unità previste in pianta organica) – bisognerà trovare chi andrà in quello albanese.

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