ROMA – Si aggirava intorno a 47mila il bilancio dei morti a Gaza prima del 19 gennaio, quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, e oggi, dopo due settimane, schizza a quasi 62mila: lo ha fatto sapere Salama Maarouf, capo dell’ufficio informazioni del governo della Striscia, aggiornando il triste dato col numero dei corpi finalmente estratti da sotto le macerie dei bombardamenti israeliani. I corpi sono stati portati negli ospedali e ora si passerà alla fase del riconoscimento, per verificare chi, nella lista degli scomparsi – che contiene 14mila nomi – è effettivamente morto. I soccorritori, come ha riferito ancora Maarouf, stanno continuando a lavorare soprattutto in quelle zone che prima del cessate il fuoco erano impossibili da raggiungere, poiché soggette a raid. “Centinaia di case sono diventate delle tombe”, ha detto il responsabile.
Tra le vittime, ha continuato, figurano 17.881 bambini, tra cui 214 neonati. “Più di 2 milioni di persone- ha proseguito- sono state sfollate con la forza, alcune più di 25 volte, in condizioni terribili e prive di servizi di base. Altre 111.588 persone sono rimaste ferite negli attacchi”.
L’aggiornamento è stato reso mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu volava negli Stati Uniti per incontrare il presidente Donald Trump, con cui avrà un colloquio in giornata, nonostante sia colpito da un mandato d’arresto internazionale emesso dalla Corte penale dell’Aia.
Ciò avviene mentre si sarebbe dovuto aprire oggi in Qatar il nuovo negoziato per la seconda fase del cessate il fuoco. La prima fase termina tra un mese, il primo marzo. Come osserva la Cnn, all’arrivo del premier israeliano a Washington è seguito un certo silenzio da parte del suo staff riguardo all’avvio dei nuovi colloqui, rispetto ai quali i mediatori di Egitto e Qatar si sono detti già pronti, e c’è attesa per l’arrivo nei prossimi giorni dei delegati del gruppo palestinese. “Non abbiamo ricevuto dettagli chiari” ha però avvertito ieri il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, riferendosi ai delegati della controparte israeliana, e ha aggiunto: “Ci auguriamo di vedere movimenti nei prossimi giorni”.Il capo dell’esecutivo di Tel Aviv è sotto pressione da parte dei partiti della destra estrema, che considerano il cessate il fuoco una resa nei confronti di Hamas. Ma, incontrando Trump, spera di riguadagnare consensi interni e l’appoggio dell’alleato per smilitarizzare la Striscia e completare l’annessione della Cisgiordania.
Infatti, se a Gaza la tregua sta tenendo, le forze israeliane continuano a colpire la Cisgiordania. Ieri, l’esercito ha bombardato e raso al suolo una ventina di edifici in un quartiere di Jenin, dove dal 20 gennaio prosegue un’intensa offensiva militare dell’esercito. Qui, sabato, cinque civili sono rimasti uccisi tra cui un giovane di 16 anni.
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